D'agosto mi piace rileggere i classici. Quest'anno ho scelto La cuccagna di Emile Zolà, forse per qualche riferimento alle notizie della politca che si mescola con i piaceri e il danaro. Era così nella Francia borghese del Secondo impero. La curie, titolo originale del romanzo, indica la parte della bestia che viene distribuita ai cani, e, in senso figurato, rappresenta la spartizione delle cariche e l'assalto agli onori. Tutte le strade, allora come ora, erano aperte agli avventurieri, ai finanzieri, ai politici. La cuccagna rappresenta la società parigina intorno al 1860, vista attraverso il reciproco richiamo " dell'oro e della carne".
Degas: Dopo il bagno
11 commenti:
Purtroppo la cuccagna per pochi e la miseria per molti sono situazioni permanenti nel nostro sistema di societ�. Di solito per� chi ha l'oro ha anche la carne e non viceversa. Secondo me il richiamo reciproco � sicuramente vero, ma non umanamente equo. (Il primo commento era mio: avevo confuso un riferimento e quindi ho dovuto cancellarlo).
Forse intendevi "la curee" (con la prima e con accento acuto)
Si,Bruno, intendevo la curée. Almeno c'è qualcuno che trova interessanti gli errori. Grazie.
Interessante questo post ! Mi hai fatto venir voglia di acquistare il libro che, nella mia profonda ignoranza, non ho mai letto ...
Rocha, ho letto nel tuo profilo che sei nato nel '68, quando imperversava la contestazione studentesca. Io ero all'Università, così ho potuto conoscere dal vivo le vicende di quegli anni, dolorosamente divenuti di piombo. Anch'io ho cinque bambini nati dopo il 2000. Sono i miei nipotini, per cui sono nonna, anzi "matusa", come si diceva ai miei tempi.
Spesso mi capita di pensare che mi sarebbe piaciuto viverlo direttamente il '68 forse perchè, a differenza di oggi, i giovani speravano ancora in un mondo migliore. Oggi invece vedo solo tanta indifferenza e i veri valori sono rimasti privilegio di pochi ...
Rocha, penso che il mondo vada sempre allo stesso modo. Padri, figli, giovani, vecchi, uomini, donne e... la politica che è sempre la stessa, ovvero cupidigia del potere. I contestatori di oggi saranno i potenti di domani e avranno dimenticato il motivo della loro contestazione.
Isabella, forse hai ragione ma preferisco comunque mantenere una certa dose di ottimismo e pensare che ci sia sempre qualcosa da salvare...come diceva Tiziano Terzani (e non solo lui) possiamo discutere ed eventualmente criticare ciò che avvenne dopo le "rivoluzioni" ma, siccome "i fatti di poi non possono mutare i fatti di prima", quel che è successo "dopo" non può cambiare il giudizio sulle cause che hanno generato le lotte di popoli o generazioni.
Hai ragione, Rocha, non possiamo cambiare le ragioni che hanno prodotto cambiamenti, sia in modo pacifico che violento. Ma possiamo esaminare con più distacco le ragioni o scoprirne altre. Ho incontrato, qualche mese fa, un mio collega d'università che al tempo del sessantotto si dava un gran da fare. Abbiamo ricordato le occupazioni di Facoltà, a cui io non partecipavo mai, le cariche della polizia, il dileggio dei docenti in aula. Ancora gli brillavano gli occhi, ma poi ha concluso: " Stavamo quasi per impossessarci della Facoltà, ma voi codardi non avete mai dato una mano". Ora, solo pochi di noi sono riusciti a stare in cattedra. Gli ho risposto: " Meno male, affettuosamente!"
Solo per dire che Zola si scrive senza accento
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