da Pier Franco Schiavone
Siccome non si può pretendere che si conosca profondamente la storia dell’ebraismo, suggerisco di leggere almeno: La Cultura Ebraica, Einaudi, una raccolta di saggi curata da Patrizia Sabbadini. Insieme alla Storia sugli Ebrei in Italia di Attilio Milano e al bellissmo doppio volume Adelphi di Louis Ginzberg, Le Leggende degli Ebrei, ci si può dare un’infarinatura di conoscenza sul mondo ebraico e permettersi di dire meno sciocchezze possibili. Infine si può anche sorridere con: Le Storielle Ebraiche di Ferruccio Folkel, Rizzoli, oppure con: Così Giovane e già Ebreo di Moni Ovadia (Che differenza c'è tra una Yiddish Mame e un terrorista? Con un terrorista si può trattare!)
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1 commento:
Sono affascinato dal modo che adottò Proust per parlare del mondo ebraico:si battè nella vita reale per Dreyfus, nella Recherche non ne perdona una, al mondo ebraico che conosceva bene, da cui proveniva. La stessa cosa fa Mordecai Richler nella Versione di Barney. Sono due apparenti esempi di politicamente scorretto, in realtà di grande libertà mentale.
Ma non sono i soli casi, mi sembra cha anche Canetti faccia così. I nostri invece sono tempi in cui si è fatto tutto più difficile.
Primo Casalini
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